sabato 29 novembre 2014

Che differenza c'è tra seminari, laboratori, workshop, convegni e corsi?

 - I Corsi di formazione sono eventi di formazione ed aggiornamento per specifiche
categorie professionali (psicologi, psicoterapeuti, medici, educatori, insegnanti,
 avvocati, commercialisti,ecc.).
La finalità di questi corsi è di aumentare le competenze in uno specifico settore
e di fornire utili strumenti nel contesto dove il professionista opera.
I corsi di formazione sono di tipo teorico e pratico.





- I Workshop sono eventi formativi monotematici, solitamente distribuiti in
un'unica giornata di approfondimento o in incontri (da due a quattro) dove si
discute su uno specifico fenomeno. I workshop sono di tipo teorico, pratico
ed esperenziale e sono diretti solitamente a specifiche categorie professionali.

 - I Laboratori sono pensati come spazi altamente esperenziali in cui è possibile
apprendere specifiche tecniche o strumenti di psicologia, utili sia ad arricchire
il proprio bagaglio di competenze professionali, sia a promuovere una maggiore
comprensione di ciò che si sta affrontando. A seconda della tematica affrontata
possono essere diretti a professionisti o ad un pubblico di "non addetto ai lavori"





 - I Seminari sono incontri informativi e divulgativi su tematiche attuali di interesse collettivo.
Gli incontri sono solitamente di due ore ciascuno e possono essere suddivisi in cicli tematici.
I seminari hanno lo scopo di creare uno spazio di confronto e di riflessione comune e sono
rivolti sia a professionisti che ad un pubblico di "non addetto ai lavori".

- Il Convegno  è un incontro in cui persone esperte portano contributi con l’obiettivo di 
confrontarsi (fra loro). Chi partecipa tendenzialmente ascolta, eventualmente può 
contribuire prendendo brevemente la parola (e ponendo per lo più domande). 
In genere la più parte del tempo è occupato dalle relazioni e dal dibattito fra esperti.







thank's to psicologiainsieme.it  e mainograz

martedì 25 novembre 2014

Quando le immagini contano più delle parole - 2° puntata

Analisi sistema bancario IT vs UE





Andamento GdP reale e ipotesi recupero







Rapporto distribuzione reddito IT vs Osce





Raffronto debiti sovrani





Made in Italy "estero" vs Made in South Italy "true"







mercoledì 12 novembre 2014

Esperienza MiniBond.

Partiamo, come sempre, dall'analisi dei dati del periodo Gennaio 2013 - Settembre 2014

- N° emissioni da parte di PMI = 34
- N° emissioni da parte di "non PMI" = 36

- Controvalore emissioni (in milioni di €)  da parte di PMI = 226,0
- Controvalore emissioni (in milioni di €)  da parte di "non PMI" =  4.029,0

- Prevalenza di PMI del settore attività finanziarie tra le emittenti minibond
- Prevalenza di "non PMI" del settore manifatturiero tra le emittenti minibond

- Per le PMI la principale finalità di emissione è stata il:
 consolidamento posizione competitività  (17,0%)

- Per le "non PMI" la principale finalità di emissione è stata il:
  rimborso/ristrutturazione debito bancario esistente  (29,0%)

- Il rapporto Debiti Finanziari / Capitale Netto, per le PMI era pari al:
115% nel 2007
 90%  nel 2013

- La probabilità di ingresso in "sofferenza" per le PMI è passata dall'1,3% del 2001 al 2,9% del 2013

- La probabilità di "default" delle PMI fortemente dipendenti dal credito bancario (>50%) è passata dal 2,7% del 2007 al 6,5% del 2013

- Tra il 2007 ed il 2012 sono uscite dal mercato n° 6.389 PMI italiane

- Per i prossimi 6-8 mesi si prevede l'uscita dal mercato di altre 24.000 PMI, a fronte di circa 76.000 PMI che potrebbero raggiungere l'area della sicurezza/solvibilità

- Da un sondaggio effettuato tra diversi investitori istituzionali ( nazionali ed esteri) emerge che i principali ostacoli al decollo in grande stile di un mercato dei minibond, risiedono:

a) nella "ignoranza" finanziaria che contraddistingue l'imprenditore medio italico
b) nella struttura "troppo familiare" dell'azienda

che portano ad una radiografia della piccola impresa italiana di questo tipo:

- bilancio redatto dal commercialista di famiglia
- scarso uso di reportistica, piani industriali, ecc
- assenza di dialogo con i mercati finanziari
- scarsa conoscenza delle lingue straniere (inglese in primis)

Anche voi siete daccordo con questa analisi?




fonte: elaborazioni Bancadvice.it su dati Osservitalia 2014


martedì 11 novembre 2014

Focus PMI Italia 2014

Nel 2007 erano attive in Italia n° 149.931 PMI, di queste all' 1H 2014 contiamo:

-  n° 23.000 in liquidazione volontaria (in bonis ma a redditività scarsa)
-  n°   5.000  in procedura di concordato preventivo
-  n° 13.000  in fallimento.


Andamento  fatturato medio PMI anno 2013 su anno 2007  =  - 5,6%
Andamento  produttività media PMI anno 2013 su anno 2007 =  - 6,3%
Andamento costo del lavoro per addetto medio PMI anno 2013 su 2007 =  + 9,3 %

ROE (medio) PMI anno 2007 =  13,9%
ROE (medio) PMI anno 2013 =    5,6%

Alla data del 31.12.2013 in Italia erano attive n° 5.300.000 imprese, di queste:

- n° 3.300.000 sono ditte individuali
- n°   900.000 sono società di persone
- n° 1.100.000 sono società di capitali e di quest'ultime:
                                                                            - n° 446.000 sono Microimprese
                                                                            - n° 143.000 sono PMI
                                                                            ( 118.760 piccole e 24.782 medie)
                                                                            - n° 5.219 sono Grandi imprese

Tra il 2013 ed il 2008, l'andamento dei debiti verso le banche, è stato pari a:

+ 9,1% per le PMI in classe di rischio A1.1 - B1.2
+ 3,0% per le PMI in classe di rischio B2.1 - B2.2
- 9,9% per le PMI in classe di rischio  C1.1 - C2.1

Alla fine del 2012, abbiamo:

- PMI con debiti bancari pari al 70,5%
- PMI senza debiti bancari al 29,5%

Confronto PMI UE del peso dei debiti bancari sul totale dei debiti finanziari:

- Italia 98%
- Germania 39,7%
- Spagna 65,8%
- Francia 76,2%

In sintesi, tra il 2007 ed il 2013, per le PMI italiane registriamo:

- forte contrazione del credito bancario
- un quinto di quelle attive nel 2007 sono in procedura concorsuale o in liquidazione
- forte riduzione del fatturato con crollo della produttività e della redditività netta accompagnata dall'esplosione del costo del lavoro
- il debito bancario rappresenta ancora oggi, di fatto, l'unica risorsa di finanza esterna


fonte: ns elaborazioni su dati Osservitalia 2014

P.s.
l'unica "good news" è che tra il 2008 ed il 2012 ben n° 3.472 PMI italiane hanno più che raddoppiato il loro fatturato