“La
maggioranza parlamentare di sinistra era preoccupata dell’azione
sindacale, che minacciava di conquistare il potere al di fuori del
Parlamento, anche contro il Parlamento. Le organizzazioni sindacali
diffidavano dell’azione parlamentare, che mirava a trasformare la
rivoluzione proletaria in un cambiamento di ministero, a beneficio
della piccola borghesia.”
Non
sembra la radiografia dell'Italia di oggi?
Invece
siamo negli anni 1919 e 1920 è questo era lo stato della situazione
italiana e in quasi tutti i paesi dell’Europa occidentale (da
«Tecnica del colpo di stato» di Curzio Malaparte).
Se
ci sono ancora sindacati in Europa (per usare le parole di Roberto
Marchesi nel suo blog) “e’
perche’ finora sono serviti ancora a siglare i contratti. Quando i
contratti verranno sostituiti da norme e leggi (come il Job Act, che
ha infilato un siluro in pancia allo Statuto dei Lavoratori, ma ne
arriveranno altri) anche i contratti e i sindacati non serviranno
più.”
Le
ultime rivelazioni delle intercettazioni telefoniche ed ambientali
sulla presunta Mafia Capitolina, ci consegnano un Paese dove
dall'inizio dello scoppio dello scandalo Tangentopoli dei primi anni
novanta, tutto è cambiato per non far cambiare nulla.
Allora,
in più di qualcuno potrebbe far presa la provocazione che lanciò
Alberto Asor Rosa in suo articolo su Il Manifesto nell'aprile del
2011: “ Io
non avrei dubbi... è
arrivato in Italia quel momento fatale in cui, se non si arresta il
processo e si torna indietro, non resta che correre senza più rimedi
né ostacoli verso il precipizio. Come?
Dico
subito che
mi sembrerebbe incongrua una prova di forza dal basso, per la quale
non esistono le condizioni, o, ammesso che esistano, porterebbero a
esiti catastrofici. Certo, la pressione della parte sana del paese è
una fattore indispensabile del processo, ma, come gli ultimi mesi
hanno abbondantemente dimostrato, non sufficiente.
Ciò
cui io penso è
invece una prova di forza che, con l'autorevolezza e le ragioni
inconfutabili che promanano dalla difesa dei capisaldi irrinunciabili
del sistema repubblicano, scenda dall'alto, instaura quello che io
definirei un normale 'stato d'emergenza', si avvale, più che di
manifestanti generosi, dei Carabinieri e della Polizia di Stato
congela le Camere, sospende tutte le immunità parlamentari,
restituisce alla magistratura le sue possibilità e capacità di
azione, stabilisce d'autorità nuove regole elettorali, rimuove,
risolvendo per sempre il conflitto d'interessi, le cause di
affermazione e di sopravvivenza della lobby
affaristico-delinquenziale, e avvalendosi anche del prevedibile, anzi
prevedibilissimo appoggio europeo, restituisce l'Italia alla sua più
profonda vocazione democratica, facendo approdare il paese ad una
grande, seria, onesta e, soprattutto, alla pari consultazione
elettorale.
Insomma:
la
democrazia si salva, anche forzandone le regole. Le ultime occasioni
per evitare che la storia si ripeta stanno rapidamente sfumando.
Ma
oggi è veramente fattibile il realizzarsi di questo scenario ?
Ovvero,
si potrebbe sul serio organizzare “tecnicamente” un colpo di
Stato?
Non
siamo più ai tempi della rivoluzione bolscevica quando Trotzki
scriveva a Lenin : “Come
organizzare il colpo di Stato? Bisogna occupare la città,
impadronirsi dei punti strategici, rovesciare il governo. Occorre,
per questo, organizzare l’insurrezione, formare e addestrare una
truppa d’assalto. Non molta gente: le masse non ci servono a nulla;
una piccola truppa ci basta.”
Oggi,
il tutto potrebbe essere compiuto in maniera assolutamente non
cruenta in circa 72 ore. Il tempo necessario per mettere sotto
controllo le dorsali adriatiche e tirreniche della rete di
telecomunicazioni ed elettrica nazionale e dei trasporti ferroviari
ed aereoportuali.
Successivamente,
si passa alla fase di controllo dell'ordine pubblico, potendo
contare, di sicuro, sull'appoggio di gran parte della popolazione
(almeno di quella fetta dell'elettorato che diserta le urne
disgustata dalla qualità della classe dirigente).
In
che modo? Saranno i Predator, i droni in dotazione alle forze armate
italiane, le future sentinelle dei nostri cieli. I Predator, in grado
di volare per oltre 20 ore consecutive senza necessità di atterrare
o fare rifornimento. In molte occasioni, potranno prendere il posto
dei consueti elicotteri. I droni sono in grado di trasmettere
immagini in diretta, di giorno e di notte, di individuare obiettivi
sul terreno, di dare indicazioni precise a chi si muove a terra su
quanto si troverà davanti e di sorvegliare una determinata zona
senza esser visti.
Fantascienza?
Proprio per nulla, notizia di qualche giorno fa è l'accordo sull'uso
dei droni tra Aeronautica e Polizia e Carabinieri che consentirà di
aumentare il livello di sicurezza dei cittadini. Non più quindi solo
scenari di guerra ma anche quelli dell'ordine pubblico. I Predator
dipendono sempre dai militari del 32esimo Stormo della base di
Amendola, che sono gli unici destinatari dei dati raccolti che poi
potranno però essere trasmessi alle varie forze di polizia.
Pensiamo
che sia davvero del tutto irrealistico questo scenario?
Nessun commento:
Posta un commento