Stupenda!
L'ambizione di questo blog? Creare uno spazio condiviso per aiutare imprenditori e professionisti italiani ad imparare a leggere "tra le righe" e a non limitarsi a consultare le fonti di informazioni più conosciute ma esplorare anche altre "verità" forse più scomode ma sicuramente più obiettive!
lunedì 22 settembre 2014
domenica 21 settembre 2014
T-LTRO settembre 2014: un fallimento atteso!
TARGETED LONGER-TERM REFINANCING OPERATIONS by BCE
ovvero operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine alle istituzioni bancarie UE "volte a migliorare il funzionamento del meccanismo di trasmissione della politica monetaria sostenendo il processo di erogazione del credito bancario all’economia reale."
Durata anni 4 (scadenza sett/dic. 2018)
Tasso 0,15%
Prima tranche settembre 2014
Seconda tranche dicembre 2014
Plafond complessivo (sett.+dic.) = 394 mld €
Risultati I° tranche settembre 2014
Controparti finanziarie ammissibili n° 382
Controparti richiedenti T-LTRO n° 255
Totale lordo previsto richiesto settembre 2014 = 114 mld €
Totale lordo reale richiesto settembre 2014 = 82,6 mld €
Spaccato ITALIA:
Totale lordo previsto richiesto settembre 2014 = 39 mld €
Totale lordo reale richiesto settembre 2014 = 23 mld €
PERCHE' ?
Semplicemente perchè le banche italiane, in special modo, non possono più procedere ad acquisti massicci di Bonds Sovrani (sono già oltre il 99% come da schema allegato) ed hanno richiesto il quantitativo necessario per rifinanziare i fidi in scadenza alla clientela di Rating A, e terminare i processi di aggiustamento dei ratios patrimoniali in vista della scadenza degli stress test BCE/EBA.
Comunque allego sempre i grafici che rendono sempre più agevole la comprensione dei fenomeni in atto:
Ma, il fallimento della prima operazione, era in realtà augurato dallo stesso Draghi. Difatti, se anche la tranche di dicembre sarà, come presumo, al di sotto delle aspettative, ci saranno pochi ostacoli al lancio del vero primo QE della BCE.
ovvero operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine alle istituzioni bancarie UE "volte a migliorare il funzionamento del meccanismo di trasmissione della politica monetaria sostenendo il processo di erogazione del credito bancario all’economia reale."
Durata anni 4 (scadenza sett/dic. 2018)
Tasso 0,15%
Prima tranche settembre 2014
Seconda tranche dicembre 2014
Plafond complessivo (sett.+dic.) = 394 mld €
Risultati I° tranche settembre 2014
Controparti finanziarie ammissibili n° 382
Controparti richiedenti T-LTRO n° 255
Totale lordo previsto richiesto settembre 2014 = 114 mld €
Totale lordo reale richiesto settembre 2014 = 82,6 mld €
Spaccato ITALIA:
Totale lordo previsto richiesto settembre 2014 = 39 mld €
Totale lordo reale richiesto settembre 2014 = 23 mld €
PERCHE' ?
Semplicemente perchè le banche italiane, in special modo, non possono più procedere ad acquisti massicci di Bonds Sovrani (sono già oltre il 99% come da schema allegato) ed hanno richiesto il quantitativo necessario per rifinanziare i fidi in scadenza alla clientela di Rating A, e terminare i processi di aggiustamento dei ratios patrimoniali in vista della scadenza degli stress test BCE/EBA.
Comunque allego sempre i grafici che rendono sempre più agevole la comprensione dei fenomeni in atto:
Ma, il fallimento della prima operazione, era in realtà augurato dallo stesso Draghi. Difatti, se anche la tranche di dicembre sarà, come presumo, al di sotto delle aspettative, ci saranno pochi ostacoli al lancio del vero primo QE della BCE.
venerdì 19 settembre 2014
mercoledì 17 settembre 2014
Il Paradiso delle PMI? America Latina e Sud-Est Asiatico
martedì 16 settembre 2014
CondHotel: l'anomalia italiana
DECRETO-LEGGE 12 settembre 2014, n. 133
Ebbene sì, anche in Italia è ormai talmente diffuso il "CondHotel" che si è dovuti intervenire addirittura con un decreto legge, entrato in vigore alcuni giorni fa, per regolarizzare il fenomeno.
(art. 31, D.L. n. 133 12-09-14, sottotitolato: Misure per la riqualificazione degli esercizi alberghieri )
Ammetto la mia ignoranza, ma ne sapevo poco o nulla di questo condhotel, e ancor di più sono stato sorpreso dalla più o meno generalizzata condivisione del mio stato presso amici e colleghi.
Allora, ho chiesto ad esperti del settore immobiliare che mi hanno fornito una chiave di lettura particolare.
Il "condhotel" vero non è altro che una particolare forma alternativa di investimento immobiliare. Come ci ricorda la brava collega Federica Tordi di Immobiliare.it "... Il principio è molto semplice e parte dal presupposto che sempre più persone scelgono, tutti gli anni, lo stesso albergo nello stesso luogo per trascorrere le loro vacanze. E allora perché non comprare la stanza? Nel periodo di ferie, così, si può sempre alloggiare in quella che diventerebbe una seconda casa, ma con tutti i servizi di un albergo. Durante il resto dell’anno, si possono guadagnare delle percentuali sulle vendite dell’albergo. Molti hotel americani hanno intrapreso questa strada proprio come forma di finanziamento interno. La convenienza, chiaramente, non può essere garantita, essendo strettamente legata ai successi dell’hotel e alla sua capacità di riempire le stanze in maniera costante."
Secondo la normativa italiana invece, parliamo "di esercizi alberghieri aperti al pubblico, a gestione unitaria, composti da una o più unità immobiliari ubicate nello stesso comune o da parti di esse, che forniscono alloggio, servizi accessori ed eventualmente vitto”
In altre parole, abitazioni in condominio in cui è possibile usufruire dei servizi tipici degli alberghi.
Mi son detto, vabbè si tratta della classica interpretazione politica italiana di un fenomeno anglosassone, ma finalmente andiamo nella direzione giusta. In vista dell'Expo 2015 e della promessa valanga di turisti in arrivo, incentiviamo sul serio chi vorrà investire nel settore.
Invece, ricordandomi della particolare chiave di lettura fornitami, l'analisi del secondo comma di questo famigerato art.31 (...rimozione del vincolo di destinazione alberghiera in caso di interventi edilizi sugli esercizi alberghieri esistenti...) mi conduce alla considerazione opposta.
Altro che incentivazione al turismo, qui si parla invece di permettere agli albergatori di trasformare il 40% degli hotel/pensioni in abitazioni, con la semplice esigenza di "riqualificazione" e per di più in assenza di standard obbligatori come parcheggi, servizi e verde per i cittadini.
Ebbene sì, anche in Italia è ormai talmente diffuso il "CondHotel" che si è dovuti intervenire addirittura con un decreto legge, entrato in vigore alcuni giorni fa, per regolarizzare il fenomeno.
(art. 31, D.L. n. 133 12-09-14, sottotitolato: Misure per la riqualificazione degli esercizi alberghieri )
Ammetto la mia ignoranza, ma ne sapevo poco o nulla di questo condhotel, e ancor di più sono stato sorpreso dalla più o meno generalizzata condivisione del mio stato presso amici e colleghi.
Allora, ho chiesto ad esperti del settore immobiliare che mi hanno fornito una chiave di lettura particolare.
Il "condhotel" vero non è altro che una particolare forma alternativa di investimento immobiliare. Come ci ricorda la brava collega Federica Tordi di Immobiliare.it "... Il principio è molto semplice e parte dal presupposto che sempre più persone scelgono, tutti gli anni, lo stesso albergo nello stesso luogo per trascorrere le loro vacanze. E allora perché non comprare la stanza? Nel periodo di ferie, così, si può sempre alloggiare in quella che diventerebbe una seconda casa, ma con tutti i servizi di un albergo. Durante il resto dell’anno, si possono guadagnare delle percentuali sulle vendite dell’albergo. Molti hotel americani hanno intrapreso questa strada proprio come forma di finanziamento interno. La convenienza, chiaramente, non può essere garantita, essendo strettamente legata ai successi dell’hotel e alla sua capacità di riempire le stanze in maniera costante."
Secondo la normativa italiana invece, parliamo "di esercizi alberghieri aperti al pubblico, a gestione unitaria, composti da una o più unità immobiliari ubicate nello stesso comune o da parti di esse, che forniscono alloggio, servizi accessori ed eventualmente vitto”
In altre parole, abitazioni in condominio in cui è possibile usufruire dei servizi tipici degli alberghi.
Mi son detto, vabbè si tratta della classica interpretazione politica italiana di un fenomeno anglosassone, ma finalmente andiamo nella direzione giusta. In vista dell'Expo 2015 e della promessa valanga di turisti in arrivo, incentiviamo sul serio chi vorrà investire nel settore.
Invece, ricordandomi della particolare chiave di lettura fornitami, l'analisi del secondo comma di questo famigerato art.31 (...rimozione del vincolo di destinazione alberghiera in caso di interventi edilizi sugli esercizi alberghieri esistenti...) mi conduce alla considerazione opposta.
Altro che incentivazione al turismo, qui si parla invece di permettere agli albergatori di trasformare il 40% degli hotel/pensioni in abitazioni, con la semplice esigenza di "riqualificazione" e per di più in assenza di standard obbligatori come parcheggi, servizi e verde per i cittadini.
lunedì 15 settembre 2014
Le prime 9 risposte alle prime 9 richieste
Umberto mi chiede:
come posso costruire la fiducia sul luogo di lavoro?
Sostegno IMPRESA risponde:
dicendo apertamente quello che pensi di fare e comportarti
di conseguenza. La SINCERITA' come supremo valore aziendale, dal boss fino
all'ultimo collaboratore. Non ci sono scorciatoie!
Rita mi chiede:
come posso convincere i membri del mio staff a non opporre
resistenza alle innovazioni che propongo?
Sostegno IMPRESA risponde:
per convincere tutti i componenti del tuo team a seguire la
filosofia del cambiamento, è necessario presentare i vantaggi personali legati
alle novità ottenibili solo con la nuova organizzazione. Una volta fatto, non
esitare a sbarazzarti subito di chi non ci sta!
Jonathan mi chiede:
dirigo una azienda, a mio avviso, ben amministrata, con la
migliore tecnologia di produzione possibile, basso deprezzamento dei macchinari
ed un prodotto tecnicamente perfetto. Le vendite vanno bene ma non decollano
come pensavo, anzi parte della clientela è disposta ad acquistare la soluzione
del mio concorrente diretto forse più avanzata, ma anche molto più complessa.
Perchè?
Sostegno IMPRESA risponde:
Liberati subito dalla sindrome del “NIQ” di cui sei affetto.
Ti senti così tranquillo del fatto che la tua società stia rendendo al massimo
da aver creato un'atmosfera aziendale refrattaria all'utilizzo di nuove idee
provenienti dall'esterno. La verità è che il tuo concorrente diretto ha un
prodotto con un rapporto qualità (percepita)/costo migliore e lo ha immesso sul
mercato più velocemente di te. Concentra ora tutte le tue risorse, non solo
finanziarie, nello scovare un nuovo processo, servizio o miglioramento del
prodotto tale da rappresentare una reale alternativa a quello del tuo
concorrente. Se ci riesci, il mercato non potrà fare a meno di comprarlo.
Gianna mi chiede:
come si riconoscono le “mele marce” in una azienda e come
posso estirparle?
Sostegno IMPRESA risponde:
le mele marce sono rappresentate da quei componenti
dell'azienda, che seppur producano risultati (a volte anche notevoli), non rispettano
i valori aziendali. Quest'ultimi indicano il modo in cui una impresa vuole che
i suoi dipendenti/collaboratori si comportino. Ovvero rispetto dell'integrità
morale, della lealtà, della SINCERITA', dell'esaltazione del lavoro di squadra,
della rapidità ed efficienza con le quali si affrontano i problemi. In base a
quanto ti ho descritto sopra, potrai individuare 4 tipologie di dipendenti e/o
collaboratori:
a) persone con buone performance e rispettose dei valori
aziendali (sono ovviamente quelli da mantenere e coltivare);
b) persone con risultati scadenti e comportamenti a volte
censurabili (mettili subito alla porta);
c)
persone con scarsi risultati, ma ottimi
comportamenti aziendali (investi su di loro e concedi una nuova chance);
ci)
persone con buoni, a volte ottimi, risultati
produttivi, ma con scarso rispetto dei valori aziendali (devi essere
inflessibile e mandarli via!)
Come manager o capo d'azienda, devi comprendere che la
tipologia (ci), ovvero gli “idioti aziendali”, anche se portano a casa buoni,
perfino ottimi risultati, danneggiano l'azienda molto di più di quanto possano
aiutarla con i risultati. I danni “collaterali” che provocano alla cultura
aziendale ed alla competitività generale, sono molto più grandi degli immediati
benefici legati alle vendite.
Francesca mi chiede:
come è possibile conciliare la carriera di leader aziendale
con la vita privata?
Sostegno IMPRESA risponde:
è evidente che non esiste una formula magica circa la
perfetta ripartizione delle ore da destinare al lavoro per una ottima carriera
ed alla vita privata per sentirsi appagati con zero rimorsi. L'equilibrio tra
“scelte di vita professionale” vs. “vita privata” è del tutto personale e
basato su quello che uno sente sia giusto per sé, in base a ciò che desidera
realmente. Ed anche nell'accettare serenamente le conseguenze derivanti dalle
scelte. Ovvero, se scegli di lavorare 80 ore settimanali, devi essere
consapevole di rinunciare ad un certo livello di confidenza con i tuoi figli
e/o il tuo partner; viceversa, se decidi di concentrarti al massimo su 35/40
ore a settimana, per passare più tempo con i tuoi affetti, con i tuoi cari,
sappi già di non poter competere verso l'assunzione di importanti incarichi di
vertice. Ma, se sei dotata anche di vero “talento”, è possibile conciliare
successo e vita privata. Ottenere grandi risultati ed essere appagati in
famiglia. Il lavoro sarà la tua prima scelta, ma il talento ti aiuta a
costruire una vita personale e famigliare significativa, quasi in perfetto
“equilibrio”.
Alfonso mi chiede:
qual è il principale errore che posso commettere nella
conduzione della mia piccola impresa?
Sostegno IMPRESA risponde:
è quello di considerare l'azienda coma una famiglia, dove si
festeggiano i compleanni, le nascite dei figli ed i matrimoni dei dipendenti.
Dove ognuno è seguito da vicino sia professionalmente, sia personalmente.
Perchè è un errore? Perchè si rischia di dar vita alla classica cultura dei
“diritti”, in cui ognuno si aspetta di avere una serie di attenzioni ed ha
capito tutto al rovescio. Dove si pensa che il titolare debba lavorare per i
suoi impiegati. E' giusto desiderare che i propri collaboratori siano felici.
Ma la loro felicità deve derivare dal successo dell'azienda, non dall'essere
soddisfatti in ogni loro bisogno. Quando l'impresa è in salute grazie alle
performance delle persone che ci lavorano, anche queste staranno bene,
personalmente e professionalmente, non il contrario. E, se per qualche motivo,
dovessi trovarti imbrigliato nell'errore, dove gli impiegati si lamentano di
continuo di non sentirsi pienamente apprezzati e della troppa ipocrisia, devi
intervenire immediatamente riunendo tutti all'esterno dell'azienda ed
informandoli della conversione al nuovo “credo” aziendale. Ovvero, creare una
lista di comportamenti che portino la società a vincere ed avere successo. E
questi comportamenti diventeranno i “valori aziendali”, le linee guida, alle
quali tutti dovranno attenersi. Chi non sarà daccordo, sarà lasciato libero di
non rientrare in azienda, con l'augurio di poter trovare altrove ciò che non è
riuscito ad ottenere lì, assieme a te e a tutti li altri rimasti.
Carlo mi chiede:
è possibile che tra azienda produttrice e propria rete di
vendita, gli obiettivi non siano in “sintonia”?
Sostegno IMPRESA risponde:
Sì, è possibile. Quando smetti di investire sulle risorse
aziendali più vicine alla clientela, anche e soprattutto nei periodi “di
magra”, il rischio di ritrovarti con una forza vendita composta prevalentemente
da venditori “tradizionali” invece che di venditori “collaborativi” è molto
alto.
Questo ti porta ad una inevitabile distonia negli obiettivi.
Rinaldo mi chiede:
devo aver fede che prima o poi la crisi finisca o devo
puntare sul sapere perchè non ancora finisce?
Sostegno IMPRESA risponde:
BIANCO/NERO, BENE/MALE, GIUSTO/SBAGLIATO appartengono al
passato. Oggi, siamo circondati da concetti sempre più complessi che nessuno
riesce più a capire con facilità. Perchè il ritmo, la dinamica della maggior
parte dei fenomeni aumenta con la loro complessità. E quanto sappiamo veramente
– ovvero ciò che abbiamo mentalmente analizzato e compreso – si fa sempre più
esiguo. Anni fa, proliferano corsi e libri per spiegarci come funzionavano e
come utilizzare al meglio i PC. Oggi, circondati da smartphone,netbook,tablet,ebook,
non leggiamo più le istruzioni per il loro utilizzo perchè piene zeppe di
termini di difficile comprensione. Rinunciamo a “sapere”, a comprendere come
funziona il mondo digitale perchè in effetti lo troviamo troppo complicato. E
la complessità cresce con l'aumento dell'età del soggetto utilizzatore. Allora
ci basiamo solo sulle prestazioni delle nuove tecnologie, sulla conoscenza che
ci garantisce. La parte a cui dobbiamo credere, senza capirne la spiegazione,
si fa sempre più ampia. Così chi spiega assume un significato maggiore della
sua spiegazione. Le immagini e le emozioni vincono sulle argomentazioni.
Eunice mi chiede:
come posso costruire un futuro migliore per la mia azienda?
Sostegno IMPRESA risponde:
Jean Paul afferma: “ il ricordo è l'unico paradiso da cui
non possiamo essere cacciati”. Ebbene, evita di commettere l'errore di
dimenticare che ogni futuro ha un passato. E che questo passato è la base che
permette al domani di potersi formare. Allora, quando devi prendere decisioni
strategiche (che contempleranno la costruzione di un futuro prossimo nel quale
vuoi realizzare i tuoi sogni ed al quale affidare tutte le tue speranze):
a) prendi un foglio bianco A3
b) passa mentalmente in rassegna il lasso di tempo
intercorso dalla creazione della tua attività imprenditoriale fino ad oggi
c)
riporta sul foglio:
- tutte le persone che vi hanno partecipato;
- i “goals” raggiunti nel periodo;
- le esperienze di successo;
- gli ostacoli che hai affrontato e superato ed il come;
- gli ostacoli che non sei riuscita ad affrontare con
efficacia e perchè;
- tutto quello che di significativo hai appreso
Una volta completato, la lettura del foglio darà forma al
tuo passato e ti illuminerà la via per il futuro.
Roberto mi chiede:
perchè alcuni team nella stessa azienda lavorano male ed
altri bene? Quali differenze ci sono tra gruppi di lavoro che funzionano ed
altri che appaiono come bloccati?
Sostegno IMPRESA risponde:
Non si sa. Quello che è noto è che esistono due canali
differenti: da una parte “quello” che diciamo, dall'altra “come” lo diciamo.
Ma, grazie ad una attività di “reality mining” applicata all'analisi di
strutture aziendali, specie se complesse, si è giunti alla considerazione che
“chi parla spesso con gli altri, chi legge molte emails (private ed aziendali)
risulta complessivamente più felice e produttivo di chi invece dedica la
maggior parte del tempo, solo allo svolgimento del suo lavoro diretto.
Antonio mi chiede:
come posso scoprire se sono affetto dalla “maledizione” di
chi ha talento?
Sostegno IMPRESA risponde:
Bè, se almeno una volta, ti sei sentito dire “sei molto
promettente, ma devi solo scoprire quello che vuoi per davvero”, allora
benvenuto nel club dei “maledetti” del talento. Ovvero, ti hanno perdonato i
passi falsi e considerato le tue prestazioni migliori come il minimo che potevi
fare. Ma con il passare degli anni, ti sarai forse accorto che coloro che agli
inizi erano invidiosi di te, sono avanzati senza sosta ed hanno fatto carriera.
Mentre tu, imbrigliato nella “trappola potenziale”, sei rimasto indietro. Come
uscirne?
Prometti 80 e consegna 120 !
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