mercoledì 25 febbraio 2015

Credito all'impresa facile e veloce: adesso si può!

Per costruire un rapporto banca/impresa migliore e 
maggiormente consapevole, è importante avere le idee 
chiare sulle reali esigenze di finanza. 
L’azienda non deve lasciare alla banca la scelta della
quantificazione e della forma tecnica del credito.
Lasciare ad altri il timone della trattativa significa 
spesso giungere ad un risultato non adeguato, o 
addirittura comprometterlo seriamente.

Ho assemblato per l'imprenditore questa mini-guida. La sua applicazione ha permesso ad una trentina di imprese miei clienti, nel quarto trimestre del 2014, di ottenere una percentuale media di accoglimento di richieste di nuovo credito bancario del 72% (così ripartito: Nord 71%, Centro 65%, Sud 82%).

Quando vai in banca ( mai da solo ma accompagnato dal tuo commercialista o meglio da un CFI esperto) per chiedere un nuovo finanziamento per la tua azienda, ricorda di portare con te la seguente documentazione:

1. Visura Camerale aggiornata della società
2. Fotocopia del documento d’identità e del codice fiscale del titolare effettivo, dei soci e di eventuali
    terzi garanti
3. Modulo del titolare effettivo e/o dell’esecutore  e modulo della privacy già compilato 
4. Ultimi tre bilanci approvati completi di nota integrativa, verbale d’assemblea, relazione
    del collegio sindacale e relazione del Consiglio d’Amministrazione laddove esistenti
5. Situazione contabile recente completa di stato patrimoniale e conto economico
6. Identificazione dei tempi di pagamento e di incasso
7. Situazione degli affidamenti bancari, suddivisi per tipologia, e loro utilizzi
8. Dettaglio dei leasing in essere, con indicazione del valore del bene, del debito residuo 
    e delle scadenze dei rimborsi
9. Dettaglio dei finanziamenti in essere, con prospetto del piano di rimborso
10. Dettaglio, se esistenti, dei prestiti obbligazionari in essere e di eventuali
      finanziamenti soci
11. Dettaglio delle garanzie prestate/ricevute dall’azienda
12. Breve relazione sulla società contenente informazioni qualitative
      quali: descrizione del settore/filiera di appartenenza, caratteristiche del
      business in cui opera, identificazione dei principali competitors e della clientela di
      riferimento, descrizione della struttura organizzativa
13. Identificazione dei principali clienti e fornitori, con riparto tra vendite Italia/ Paesi UE/
      Paesi Extra UE.
14. Descrizione e valutazione commerciale aggiornata degli immobili di proprietà della società.
15. Se si tratta di società di persone: ultime due dichiarazioni dei redditi complete di quadro Irap 
      e studi di settore
16. Attestazione regolarità pagamento dei contributi assicurativo/previdenziali (DURC) e dei
      pagamenti di imposte dirette e indirette
17. Attestazione dell’eventuale presenza di rateizzazione dei debiti tributari o previdenziali 
      (allegare piani di rateizzazione)
18. Elenco ordini e commesse, con previsione delle tempistiche di evasione e delle marginalità attese
19. Business Plan (nei casi in cui è richiesto) riferito ad almeno tre anni prospettici
20. Piano degli investimenti


thank's to  Marco Crespi - UNI VA

martedì 24 febbraio 2015

IL CHECK UP DEL PROFESSIONISTA

Ecco quali sono gli otto requisiti che ogni 
libero professionista dovrebbe possedere per non mettere a repentaglio la possibilità di esercitare ancora la propria attività:

1) essere titolare di partita Iva attiva

2) avere l’uso di locali e di (almeno) un’utenza telefonica destinati allo svolgimento dell’attività professionale, anche associata

3) aver trattato almeno 5 affari l’anno anche se conferiti da altro professionista

4) possedere una PEC regolarmente comunicata al Consiglio del prorpio Ordine

5) aver assolto gli obblighi di aggiornamento professionale

6) disporre di una polizza assicurativa a copertura della responsabilità civile derivante dall’esercizio della professione

7) avere pagato i contributi annuali dovuti al Consiglio del proprio Ordine

8) avere pagato i contributi alla propria Cassa di Previdenza.

Il concetto della continuità è chiaro: per poter restare iscritti agli Albi Professionali bisognerà esercitare l'attività per davvero, ovvero a tempo pieno e pagando le tasse e la Cassa.

Perchè se uno dice di vivere di un’attività libero professionale e non riesce a mettere assieme nemmeno 860 euro al mese, o non si rende conto che il mercato gli sta suggerendo di cambiare mestiere, oppure deve essersi dimenticato di fatturare un po’ di “affari” nel corso dell’anno.


thank's to Nicola di Molfetta - legalcommunity.it

Civic Crowdfunding



La promozione del “civic crowdfunding” rientra nelle start-up innovative.

Il Ministero dello Sviluppo Economico con parere n. 6059 del 19 gennaio 2015, ha dato risposta al quesito proposto dalla Camera di Commercio di Milano in merito all’iscrizione nella sezione speciale del Registro delle imprese dedicata alle start-up innovative, di un’impresa avente ad oggetto la promozione, tramite un portale web, del sistema del c.d. “civic crowdfunding”.
L’idea di base del civic crowdfunding prevede la raccolta collettiva di fondi volti al finanziamento di attività non imprenditoriali, esercitate da enti no profit o da privati.
Il quesito rimesso al Ministero trova origine nella dubbia qualificazione dell’oggetto sociale perseguito dalla start-up, ai fini del soddisfacimento dei requisiti richiesti dalla legge per rientrare nella nozione di start-up innovativa.In concreto, l’attività proposta si traduce nell’erogazione di servizi editoriali e promozionali connessi alla gestione del portale web. I dati raccolti tramite il portale, infatti, verrebbero successivamente elaborati e analizzati al fine di orientare gli enti di raccolta alle scelte migliori per promuovere la propria attività di crowdfunding.
La difficoltà riscontrata dalla Camera di commercio di Milano nell’attribuire a tali servizi il carattere di ”innovazione ad alto valore tecnologico”, requisito essenziale per poter rientrare nella nozione di start-up innovativa, scaturisce proprio dalle caratteristiche tipicamente editoriali e pubblicitarie del servizio erogato.
La soluzione interpretativa data dal Ministero investe il concetto di “innovatività”, che può sussistere anche tenendo conto dello specifico ambito in cui s’intende applicare l’ICT. Pertanto nella fattispecie l’idea di utilizzare uno strumento della new economy, quale il portale web, per promuovere attività di pubblico interesse, anche attraverso il sistema del crowdfunding, può configurare un innovativo tipo di impresa sociale.
Il parere positivo del Ministero trova giustificazione anche nel fatto che le attività editoriali rappresentano una parte statisticamente preponderante, rispetto ad altre, nel novero delle start-up innovative a vocazione sociale.

thank's to Marco Dettori - filodiritto.com

sabato 21 febbraio 2015

Il fallimento del sistema bancario ITA è reale (nonostante la BCE) !

A Dicembre 2014 il rapporto fra capitale delle banche e sofferenze nette è tornato a massimi storici ovvero il 20.85% del capitale + riserve delle banche deve coprire crediti in sofferenza NETTI, l’effetto aumenti di capitale è già svanito (in attesa dei prossimi)

Ed ora la consueta rassegna di immagini che valgono più di mille articoli:









ma, per nostra fortuna il Premier sa bene quali azioni intraprendere:





per le slides, thank's to Andrea Nuzzi e Funny King

Come far soldi sul serio!



Ecco quali sono le regole da seguire (consigliate da Grant Cardone, plurimilionario a 30 anni):    
1. Seguite il denaro. Nel contesto economico attuale, non è possibile salvare il vostro modo di status di milionario. Il primo passo è quello di concentrarsi su come incrementare il reddito, tenendo accuratamente d'occhio le vostre entrate e la liquidità che avete a disposizione.
2. Non esibite le vostre fortune. Grant Cardone ha comprato il suo primo orologio di lusso e un'auto nuova solo dopo che i suoi investimenti si erano dimostrati abbondantemente redditizi. Quando è diventato milionario, guidava una utilitaria Toyota. Meglio farsi notare per la propria etica del lavoro che per qualche status symbol.
3. Risparmiate per investire. L'unico motivo per risparmiare è quello di avere i soldi per investire. Depositando i propri guadagni in conti vincolati, non sarete tentati di utilizzarli fino a quando non ne avrete davvero bisogno: questo vi costringerà a fare affidamento sul vostro reddito e non su quello che avete messo da parte.
4. Evitate di indebitarvi se non è necessario. Mai ricorrere all'indebitamento, se non siete sicuri che l'operazione vi garantirà un incremento nel vostro reddito. Per Cardone, i ricchi usano il debito per fare investimenti, i poveri per comprare le cose che rendono i ricchi più ricchi.
5. Trattate i soldi come un amante geloso. Milioni di persone desiderano arricchirsi, ma solo quelli che ne fanno una priorità ci riescono. Ignorate il denaro il denaro ignorerà voi oppure, peggio, vi lascerà per qualcuno che gli presta più attenzione.
6. Il denaro non dorme. Il denaro non ne vuole sapere di sapere orologi, orari o vacanze, e predilige le persone che hanno una grande etica del lavoro. Non c'è bisogno di essere più intelligenti o più fortunati, ma è sempre necessario lavorare duro.
7. Non parlate di povertà. L'idea che essere poveri non sia così male è radicalmente sbagliata: Grant Cardone ci tiene a sottolineare di essere stato povero – e di non esserne stato affatto contento. Del resto, Bill Gates ha detto: "Se sei nato povero, non colpa tua; se muori povero, sì".
8. Fatevi consigliare da chi ce l'ha fatta. Chi è partito da zero ed è diventato milionario spesso ha piacere di condividere la sua esperienza, perché è riuscito a pensare fuori dal coro. Studiate come hanno fatto e imitateli, sceglietevi un modello e replicatelo.
9. I soli sono la miglior risorsa. Investire è il segreto per diventare un milionario e dagli investimenti si ricava più che dal lavoro. La seconda società che ha creato Grant Cardone ha richiesto un investimento di cinquantamila dollari e da dieci anni ne frutta altrettanti ogni mese: la chiave di tutto è far fruttare il denaro che si ha a disposizione, farlo lavorare per noi.
10. Puntate sempre al massimo. Il più grande errore che si possa fare è quello di non pensare abbastanza in grande. Vi siete posti come obiettivo quello di guadagnare un milione? Meglio puntare a guadagnarne dieci. Non c'è carenza di soldi nel mondo, solo di persone che pensano in grande.

thank's to  Claudia Astarita 

Vision, mission ed approccio "lean"




Per definire una strategia, un imprenditore deve avere ben chiari gli obiettivi dell’azienda. Obiettivi di diversa natura (commerciale, brand, posizionamento, innovazione), di breve e di lungo termine, legati assieme da due macro-fattori astratti ma determinanti, ai vertici della catena strategica aziendale:Vision e Mission.
  • La vision. È l’idea dell’imprenditore e rappresenta ciò che l’azienda intende diventare. Microsoft: “Un personal computer su ogni scrivania, e ogni computer con un software Microsoft installato“. Henry Ford: “I cavalli dovranno sparire dalle nostre strade“, Wal-Mart “Dare alla gente comune la possibilità di acquistare le stesse cose dei ricchi“. Questi esempi sono proiezioni di uno scenario futuro che rispecchia i valori e lo spirito dell’impresa. Nello sviluppo della vision gli aspetti sono molteplici: storia personale, aspirazioni, interessi, società. Una visione che deve essere condivisa e convalidata dal team di partner e lavoratori che la influenzano e ne diventano, al contempo, ambasciatori.
  • La mission. È la guida per realizzare l’idea, si focalizza sul presente e descrive in modo chiaro cosa fare e quali strumenti utilizzare per realizzare gli obiettivi. Questi due aspetti in realtà non sono distanti ma complementari. Per poter realizzare la vision è necessario procedere per progetti, che di volta in volta si strutturano attraverso una mission mediante obiettivi: chiari, possibili, identificabili, misurabili, raggiungibili e controllabili.
Durante la definizione degli obiettivi, è necessario definire una strategia che preveda azioni e mezzi per conseguirli: budget, quali risorse investire, definire il team di lavoro, quale tecnologia applicare. Fare un business plan è un ottimo sistema per analizzare questi aspetti, soprattutto se si ricorre all’approccio lean che permette di analizzare lancio e progresso di un’idea di business correggendo gli errori in corsa.
Dopo aver definito una vision, una mission, sarà più semplice definire una serie di obiettivi di breve e lungo periodo e predisporre il giusto team e le azioni corrette per raggiungere i risultati attesi, magari anche per superarli.
Per concludere, è utile imparare a condividere e mettere alla prova le proprie idee. La visione imprenditoriale è spesso individuale, deriva cioè dall’esperienza e dalla vita della persona che la fa propria. Talvolta è innata, ma deve essere mediata e sviluppata nel tempo, grazie alla conoscenza e allo sviluppo delle relazioni in ambienti formativi e lavorativi che favoriscano apprendimento e networking.

thanks to Credimpresafuturo.it

giovedì 19 febbraio 2015

SALVARE UNA AZIENDA IN CRISI



I tuoi clienti imprenditori vengono spesso nel tuo studio a chiedere come risolvere i loro problemi di finanziamento ma non hai una soluzione definitiva?



So bene come ti senti perchè io per primo ci sono passato. Quando hanno il
problema di ottenere credito e salvare un azienda in crisi, ti senti davvero
come se tu fossi la loro ultima speranza, ma non riesci facilmente a fargli
ottenere quello che desiderano.

Questo, a volte, significa compromettere il rapporto di fiducia che hai
instaurato per una vita tra gli imprenditori della tua zona e il tuo studio.
La cosa più grave è che quell’imprenditore cercherà altre strade, affidandosi
nella maggior parte dei casi ad altri professionisti o istituti che potrebbero
offrirgli soluzioni costose, inaffidabili e piene di tranelli.

Ti sei chiesto cosa cerca, davvero, il cliente da te?
La risposta è semplice ma affatto banale:
Competenza-Sincerità-Chiarezza-Velocità-Semplicità

Mi è capitato di assistere nei mesi di maggio e giugno del 2014 due
imprenditori: Giuseppe C. di Torino e Corrado L. di Roma, che avevano il
medesimo problema:

1. La Banca avrebbe concesso il rinnovo del mutuo chirografario per un
importo dimezzato rispetto alla richiesta originaria

2. Ma l’istituto di credito condizionava il rinnovo del mutuo a
condizioni di Euribor 3M + 12% (si, hai letto bene, + dodici %
sull’euribor!!), perchè presentavano entrambi segnalazioni ricorrenti 
di sconfino in Centrale Rischi.

L’analisi della situazione in CR Bankit ha evidenziato che entrambe
le segnalazioni di sconfino erano errate per mancato adeguamento da
parte delle banche segnalatrici del rinnovo delle pratiche di fido su c/c a
condizioni diverse dall’originale (ovvero 120 gg anziché i 90 gg precedenti).

Abbiamo risolto il problema, ed ottenuto un incremento del finanziamento
del 25% con spread quasi dimezzato.

Nel prossimo articolo ti racconterò un secondo aneddoto: un caso risolto
ricorrendo a strumenti alternativi al capitale bancario.

Se lo desideri, potrai anche partecipare ai prossimi incontri info-formativi ed
apprendere quelle tecniche e/o strategie che permetteranno ai tuoi clienti di
conseguire questi BENEFICI:

soluzioni pratiche di finanziamenti per nuovi investimenti produttivi,
accesso al credito facilitato imparando la metodologia del “controlla e
correggi” la centrale rischi interbancaria dell’impresa,
possibilità di aderire a nuovi strumenti agevolati di progetti di
START-UP (nuove imprese) o di trasformazione della società attuale
in una PMI INNOVATIVA.


Stay tuned !

Antonio Mazzone



venerdì 13 febbraio 2015

Finanziamento “lombard”



Il credito lombard è un fido in conto corrente che viene gestito come conto corrente e viene concesso dietro costituzione in pegno di un deposito titoli.

dettagli su: 
http://www.slideshare.net/bancadvice1/finanziamento-lombard