lunedì 6 ottobre 2014

CREDITO E FINANZIAMENTO ALL’ECONOMIA: ancora un'utopia ?!

Il fallimento della prima tranche (in Italia richiesti solo 23 mld € contro i 39 mld € previsti) delle nuove operazioni mirate rifinanziamento a lungo termine (Targeted Longer-Term Refinancing Operations o T-LTRO) prevedibile se, come ha rivelato l'AD Bossi di Banca Ifis in una recente intervista televisiva: "Ma se oggi io mi finanzio a tassi negativi -0,01% -0,02 % consegnando a garanzia titoli di stato perchè pagare per la stessa operazione un + 0,15% alla BCE?",  ha riacceso i riflettori sulla vera condizione che il mondo bancario pone per rilanciare l’offerta di credito a famiglie e imprese.

Ovvero, liberare i bilanci bancari dal peso dei crediti anomali.


(thank's to Renato Capolingua per la slide).

Ma per poter aiutare le istituzioni bancarie in questa operazione necessitiamo di almeno due eventi:

1. interventi pubblici, purché compatibili con i vincoli di finanza pubblica e con le regole europee sugli aiuti di Stato;
2. ripartenza in Europa del mercato degli ABS (nel 2013 emissioni per soli 180 mld € contro gli oltre 800 mld € del 2008) anche in virtù di tassi d'insolvenza molto più bassi di quelli Usa (1,5% vs 18%)

A mio avviso, restano altre due condizioni essenziali per un vero rilancio dei finanziamenti bancari alle imprese: 

3. una forte riduzione del numero delle filiali e del personale impiegatizio agli sportelli, compensato da un investimento straordinario in formazione ed assunzione di nuove leve nel settore dell'analisi del credito e nel risk management;

4. un rilancio, o meglio, un nuovo modo di essere imprenditore in questo Paese che porti:
a) le micro-imprese a diventare SI o SIaVS grazie agli straordinari incentivi messi in campo,
b) le medie imprese a richiedere e sfruttare al meglio i programmi di incentivazione (fiscale, contributiva, normativa) per una maggiore capitalizzazione al fine di poter diventare grandi;
c) andare oltre i contratti di rete tra PMI incentivando  nuove forme di distretto territoriale produttivo che consentano un collegamento veramente "simbiotico" tra la grande industria e la piccola realtà aziendale, consentendo alla prima quella agilità e flessibilità che perdi con la crescita dimensionale ed alla seconda economie di scala ed accesso ai mercati internazionali.



(thank's to Jeff Weiner per la slide)

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